In altalena

Ieri la trattativa tra il governo greco e i pescecani della troika sembrava interrotta per sempre e la Grecia pareva finalmente avviarsi verso l’uscita dal tunnel delle vessazioni. Oggi invece Tsipras torna a cercare la benevolenza degli aguzzini con una proposta che tra le altre cose velocizza l’innalzamento dell’età pensionabile. Ieri il Fmi era nelle mani di “assassini” (e mai Varoufakis sembrò dire cosa più giusta), oggi invece si torna dagli assassini a chiedere un prestito di sette miliardi e rotti, ma per ottenerlo ci si piega ad un aumento dell’Iva su un largo paniere di prodotti.
Ieri Tsipras volava a Mosca ad abbracciare Putin, oggi il suo ministro degli esteri si accoda agli altri valletti europei per prorogare le sanzioni alla Russia.
Qualunque valutazione sul governo Tsipras è finora risultata prematura e forse non vale la pena provare a tirare le somme perchè ogni giorno che passa si aggiunge qualcosa che va a smentire le impressioni del giorno prima.
Intanto, a divertirsi su questa altalena sono proprio loro, gli assassini delle “istituzioni” euro-atlantiche, i quali riescono a tenere l’esecutivo Tsipras sulla graticola e ad eroderne il consenso, poiché anche l’elettorato più paziente presto o tardi si reca alla cassa per vedere dove sono i frutti del proprio investimento di fiducia.
Di sicuro i killer del Fmi si sarebbero divertiti di più a veder tagliare le pensioni (che oggi stanno a quattrocento euro al mese), ma non si può avere tutto in una volta sola. Attendono, tirano la corda, fanno finta di mollarla un poco, la tirano di nuovo, nella convinzione che alla lunga il governo di Atene comincerà a vacillare, fornendo così prova tangibile al resto d’Europa che non c’è alternativa all’obbedienza e che nemmeno Syriza ha l’animo sufficientemente rivoluzionario da sbattere fuori di casa quelli che stanno saccheggiando il bene collettivo.
In fondo per gli sciacalli del capitalismo finanziario è già una soddisfazione il semplice fatto che nessun governo europeo, di qualunque colore politico si sia vestito, abbia ancora avuto il coraggio di metterli fuori dalla porta, di sottrarre i bilanci nazionali al loro potere di veto, di rifiutare il pagamento di un debito artefatto, di strappare loro in faccia i trattati firmati con l’inchiostro del ricatto e dell’estorsione.
La storia non sarà tenera con chi oggi non vuole troncare i rapporti con gli artefici del massacro sociale europeo, o esita a farlo, o s’illude di salvare la vittima compiacendo il suo carnefice, o si incaponisce su improbabili terze vie tra la civiltà e la barbarie.

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