Pipiripistan

Immagino che a breve, per mascherare l’assoluta inutilità del siero anticovid (nonché la sua nocività), lo uniranno ad altri sieri dall’inefficacia ormai manifesta, quelli antinfluenzali. Non so come potrebbero chiamare il nuovo improbabile farmaco, ma verrebbe quasi naturale assegnargli il nome dell’ad. di Pfizer, mr. Bourla.
Dopodiché cominceranno a spaccare i gemelli a tutti, cominciando dagli anziani e poi nel tempo giù giù fino alle scuole elementari, affinché si prenda appuntamento con la siringa una volta l’anno. Se qualcuno ci resta secco, vai poi a sapere se è per via di un prodotto o dell’altro, o della somma dei due, quand’anche si trovi un medico non genuflesso disposto ad ammettere una qualche correlazione.
Anzi, potrebbero benissimo ricorrere all’espediente tipico delle assicurazioni sanitarie americane: prima dell’inoculazione, nel corso di un’anamnesi-trabocchetto, si dovranno dichiarare tutti i guai del passato e dato che qualcosa si dimentica sempre, se poi si subisce un danno e si fa denuncia, la controparte (cioè l’Avvocatura del Pipiripì) dirà che la parte lesa ha colpevolmente omesso informazioni fondamentali.
La sanzione per chi non si sottopone al rito può esserci o meno, tanto quel che conta è continuare a fornire quattrini ai cagnacci della finanza che giocano con le azioni delle case farmaceutiche e a ciò provvede comunque il Pipiripì con i soldi dei contribuenti.
Magari i renitenti potranno essere annualmente multati con una cifra simile a quella del canone Tv, così tanto per rubacchiare qualcosa senza che nessuno insorga, nella miglior tradizione del Pipiripì e sotto l’occhio del suo garante all’obbedienza, che proprio oggi vanno ad eleggere e di cui il grande capitale a differenza nostra conosce già il nome.

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